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La mia sera
Piccole cose
La neve
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Guardando il cielo
Orizzonte

 

M . M . D.   s c r i v e . . .

 


  
 


LA MIA SERA

 

Il fuoco scoppiettava nel camino, mentre le scintillanti "monachine", svelte salivan per la cappa scura, ad incontrar le luminose Stelle nel firmamento incerto della sera.
Come in Preghiera intorno al focolare, vedo papà, mia madre e mio fratello, durante le Vacanze di Ognissanti.
Al mattino, sotto il grande castagno protettivo, che offriva la sua ombra ai già stanchi operai, avevamo raccolto le castagne, giocando soprattutto noi bambini.
Fatta la brace, nell'ampio piano del nostro camino, accogliente ed Amico, venivano deposte le castagne, dopo averle un po' aperte nella buccia lucida e bruna, al chiarore tremolante dell'ammiccante fiamma.
Come sparo improvviso, una castagna sfuggita al rituale "taglio in buccia", faceva trasalire tutti quanti, schizzando attorno cenere, castagne e piccoli carboni ancora ardenti.
Dalla rimossa cenere, le arrostite castagne apparivan come bocche aperte ed invitanti, mostrando il frutto giallo e un po' brunito, tra la buccia fragrante e abbrustolita.
Nel Silenzio più Assorto si sentiva lo scricchiolìo delle arrostite bucce, che sbriciolate bene, facevano apparire tra le dita, le gustose castagne "cotte al bacio".
Piccole cose, a volte, san dare GRANDI GIOIE ed EMOZIONI.
Antichi profumi e sapori, possiamo ogni qualvolta rinnovare, ma non è più quel tempo e quell'età.

 
Spoleto 25 ottobre 2006 ore 8,00 M.M.D.
 

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PICCOLE COSE

    

Alta, elegante, dalle lunghe foglie, aperte come braccia verso il Cielo d'una giornata limpida d'Autunno, la piantina del MAIS ha maturato lo strano frutto con le "foglie a lancia", nato nel vaso sul terrazzo a EST.
E' la pannocchia questa grossa spiga, dove sono inseriti i chicchi gialli, provenienti dal Messico lontano.
Una ne vedo e mille nella mente ne figuro.
Si cena in fretta perché nel gran "telaio", al pomeriggio, sono state deposte le pannocchie, da sgranare per stare tutti INSIEME.
Coprono il pavimento tre grossi mucchi di pannocchie secche, ancora ricoperte dai "cartocci".
I primi ad arrivare siam noi bambini, che correndo, gridando e ridendo, ci rotoliamo sopra le pannocchie e sprofondiamo nello "scricchiolìo".
Arrivano gli adulti: mamma, papà e gli Amici.
La "gara" inizia per "scartocciare" e sgranare le pannocchie.
Si raccontano storie, barzellette e si sorride, mentre le mani esperte, togliendo quei "cartocci cricchiolanti", espongono alla luce i grossi chicchi, gialli e lucenti come l'oro al sole.
Alcune pannocchie ancora fresche, vengono poste sulla brace ardente, ad arrostir per la Gioia di tutti.
Acqua di fonte per noi bambini ed un bicchier di vino per gli adulti.
Il "Valzer Viennese" poi, suonato da mio padre con maestrìa, termina la serata in allegria.
Sono ricordi, impressi nella Mente e nel mio Cuore.
Vivendo in essi, torno un po' bambina.

 
M.M.D. Spoleto 4 ottobre 2006, ore 18,00


 

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LA NEVE
 

I monti e il cielo sono bianchi uguali
tanto che l'orizzonte non si vede.
I prati come strade polverose
delineano il candore delle case.

Tra tetto e tetto spiccan verso il cielo
pini e cipressi in un mondo di fiaba.
I rami spogli sembran di cristallo
il passero li sfiora e li frantuma.

Son chiuse le finestre e le persiane
occhi chiusi di fronte a uno splendore.
La città non ha forse nostalgie
d'un Paese imbiancato dalla NEVE.

Una bambina piena di stupore
affondava i piedini nella neve
che fredda le toccava le ginocchia
poi si voltava per guardar l'impronta.

Il padre la teneva per la mano
mentre l'altra prendeva un po' di neve,
era perplessa quando nella mano
solo un po' d'acqua le restava infine.

Guardo la mano che papà stringeva
ed è la stessa con il suo calore
che dalla mano corre verso il Cuore.
Sento che batte forte ed è il suo AMORE.

 

ORIZZONTE OVEST

 
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DAL MIO BALCONE

 

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MERAVIGLIE (Dal libro "viaggio nel tempo")

 

Una chiocciola avanza lentamente
sul pavimento umido di pioggia.
E' audace e mi piace come avanza
sembra star ferma e ha quasi attraversato,
lasciando la sua scia, tutto il terrazzo.

Indolenti, alcune sue compagne
sopra le fresche foglie stan dormendo;
al sicuro nelle lor case chiuse
non sentono, non vedono e non gustan
le MERAVIGLIE d'un fresco mattino

La chiocciolina audace va esplorando
il mondo suo ch'è alquanto limitato.
Ora, allungando il grigio corpicino
per trasportare il peso della casa,
sale sulla parete d'un gran vaso.

Alla sua mèta è giunta e si riposa.
La verdura del vaso è ben nutrita
d'acqua abbondante e sali minerali
per nutrire la stanca chiocciolina,
piccola meraviglia del CREATO!

Foto e poesia di M.M.D. ore 8,15

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  GUARDANDO IL CIELO (Dal libro "viaggio nel tempo")

 
LA LUNA
splende, ore 7,00

Al calduccio
fa le fusa il gatto.


 

  

Il cielo è molto scuro e minaccioso
ma candida LA LUNA in esso splende:
è un  Sole luminoso e si compiace,
dà GIOIA a chi lo sguardo in alto volge
nel Profondo Respiro del Mattino.

Non sa che la sua Luce è il Gran Riflesso
del Sole che a Levante sta Sorgendo
ritoccando di rosa e azzurro il Cielo.
Tutto è Grande, Splendore e Meraviglia
che riflette l'AMORE del CREATORE.

Risaltano i colori delle case
che escono dal buio della notte.
Intonano un Concerto gli usignoli
e nelle gabbie tubano i piccioni
mentre al calduccio fa le fusa il gatto.

Gridolini di Bimbi per le scale
seguiti dalle mamme premurose
che giunta è l'ora di tornare a scuola,
mentre la LUNA spegne la sua luce
nello Splendore del Sole Nascente.

Spoleto 24 Gennaio 2008    

Foto e poesia di M.M.D.

 

Pucci il gatto

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  ORIZZONTE  (Dal libro "viaggio nel tempo")

IO GUARDO L'ORIZZONTE VERSO EST....

....OLTRE QUEI MONTI VEDO IL MIO PAESE....

Io guardo l’ORIZZONTE verso EST da dove, puntuale ogni mattina, appare il Sole a rallegrare il giorno.

Oggi il Sole non c’è, tra poco piove!

Fuori e dentro di me c’è buio e attesa di qualcosa che bagnerà l’arsura circostante, e la tristezza che mi appanna il Cuore.

Oltre quei monti vedo il mio Paese illuminato dal Sole dell’Estate.

Scendo dal treno e salgo la collina tra i ciottoli e il breccino del ripido sentiero tanto amato.

Mio padre affacciato dal “morello” dell’Antico Castello,ad ammirare il Panorama esteso da Castel San Felice, a Grotti, a Tassinare, al fiume Nera ed al verde Coscerno dominante, quando mi vede, come vessillo alza in alto il suo braccio e mi saluta, abbandonando in fretta quell’ “amato suo posto”.

In breve mi raggiunge, prende la mia valigia e lentamente c’incamminiamo felici verso casa.

Ecco la Piazzetta e i gridi dei bambini che giocano felici a rimpiattino, a filello, a corda, a bottoni ed a campana.

Puntuali le rondini fedeli, ai lor nidi decise son tornate e garrendo veloci per il Cielo calmo, intrecciano lor voli affaccendate, ché dai morbidi nidi sono sporti i capini dei piccoli affamati, che reclamano il cibo senza sosta.

Scende le scale lucide mia madre, lieta ed assorta, col suo grembiule ed il cucchiaio in mano; dalla porta socchiusa di cucina, ecco un profumo di dolci e di ragù,adagiato e invitante, sulla pasta con l’uovo fatta in casa.

Domani, dal collegio tornerà mio fratello, allora insieme, la Gioia sarà piena!

Incontro le mie amiche al pomeriggio, girando un poco per le strette vie.

Come rondine al nido son tornata, ma l’Ali mie son solo fantasia.

Osservo ancora e sempre l’Orizzonte, mentre brontola il tuono e il Cielo è grigio.

Il Nido resta vuoto al mio Paese, ma Vive nel mio Cuore il suo Ricordo.

 

Spoleto 15 luglio 2OO6.                                                                                M.M.D.

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